Festival del mondo antico

 
13/06/2012

L'ospitalità nella Bibbia

Riflessioni a confronto. A cura dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli”

“Generosità dell’invisibile.
Infinita è la nostra gratitudine.
Il criterio è l’ospitalità”

(E. Jabès)

La Bibbia custodisce il fragile dono dell’ospitalità di Dio e dell’uomo; l’ospitalità della lingua, del nomade, dello straniero … fino alla forma più esigente del “farsi prossimo” come compimento della piena umanità. Come ebbe ad osservare il Card. Jean Danièlou: «Si può dire che l’umanità ha compiuto un passo decisivo, e forse il passo decisivo, il giorno in cui lo straniero da nemico (hostis) è diventato ospite (hospes), cioè il giorno in cui la comunità umana è stata creata» (Pour una théologie de l’hospitalité, - 1951). La Bibbia è al centro di questo complesso passaggio dall’ostilità all’accoglienza dell’altro, in essa trova fondamento e sviluppo nei secoli questo travagliato cammino verso l’umanizzazione delle relazioni personali e sociali.

La Bibbia è il codice dell’ospitalità, libro plurale e multiforme dell’accoglienza dal quale traspare l’ospitalità di Dio e dell’uomo, luogo dell’alterità ascoltata e accolta. Storia dell’alleanza tra Dio, Israele e l’umanità, essa riserva allo straniero un posto particolare, facendone il luogo rivelativo del divino.

Le Scritture bibliche svelano così l’umanità dell’uomo come “uomo ospitale” nel duplice senso dell’ospitato che è chiamato a essere a sua volta ospitante. Dall’ospitalità di Abramo, evento fondatore dell’intera narrazione biblica, a quella di Gesù, che si presenta nelle sembianze del forestiero per essere rifiutato o accolto (Mt 25,35), si dispiega una linea progressiva e coerente che attraversa l’Antico e il Nuovo Testamento conducendo all’affermazione di un’umanità ospitale dove nessuno sia più straniero all’altro.

Programma

Rimini, Museo della Città, sala del Giudizio

venerdi 22 Giugno, ore 16

Ospitare ed essere ospitati: un percorso biblico attraverso l’arte

Don Dario, attraverso l’analisi di alcune opere d’arte, proporrà una riflessione sul tema dell’ospitalità nelle Scritture. La riflessione scaturisce da un confronto tra due episodi biblici, l’uno del Primo Testamento e l’altro del Vangelo. Si tratta dell’ospitalità data da Abramo e Sara ai tre Visitatori che vengono a togliere la maledizione della sterilità annunciando la nascita del figlio; e alla sosta di Gesù a Betania in casa di Marta e Maria. Intrecciando diversi temi, si intende far emergere la struttura fondamentale delle relazioni, tra di noi e con Dio: la circolarità tra l’amare e l’essere amati. L’ospite, infatti, è sia chi ospita, sia chi viene ospitato. La riflessione sarà affiancata alla visione: viene proposto un commento a cinque dipinti di differenti autori sull’episodio evangelico dell’ospitalità di Betania, in modo da far eco alle Scritture anche attraverso la meditazione artistica.

Dario Vivian, presbitero nella Chiesa di Vicenza dal 1978 e teologo. Ha perfezionato i propri studi in teologia prima a Milano, poi a Roma e a Parigi. Per dodici anni è stato direttore dell’Ufficio per l’Evangelizzazione e la Catechesi nella Diocesi di Vicenza. È docente presso la Facoltà Teologica del Triveneto. Insegna Antropologia Teologica, Teologia sacramentaria e Teologia pastorale. Tra le ultime pubblicazioni, si segnala l’itinerario biblico attraverso le icone scritto in collaborazione con la pastora battista Lidia Maggi (tra cui Contemplando Emmaus, Come se vedesse l’invisibile, Ascolta e contempla, Vide e credette), L’alleanza posta sul suo capo e l’ultimo lavoro Ospitalità.

sabato 23 Giugno, ore 16

“Ero forestiero e mi avete accolto …”(Mt 25,35)
Dialogo sull’ospitalità evangelica  

Una caratteristica saliente dell’atteggiamento di Gesù rispetto all’ospitalità è che nella sua vita egli ha sperimentato sempre e solo l’esperienza di essere ospitato non quella di essere ospitante. Ciò è dovuto alla vita itinerante sua e dei suoi discepoli. Questa situazione ha consentito a Gesù di avere un particolare relazione con il mondo femminile. Anche nella scena del giudizio finale proposta in Matteo (25, 31-46), il Figlio dell’uno sta dalla parte dell’ospitato.

Piero Stefani Insegna Ebraismo presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano. Tiene corsi presso il Centro Card. Bea per gli Studi giudaici della Pontificia Università Gregoriana di Roma e presso l’ISSR A. Marvelli di Rimini. È vicepresidente di Biblia, associazione laica di cultura biblica ed è redattore della rivista  Il Regno di Bologna.

Rosanna Virgili E’ attualmente tra le più apprezzate bibliste in Italia. Ha conseguito la laurea in Filosofia presso l’Università degli studi di Urbino, il baccalaureato inTeologiaalla Pontificia Università Lateranense e la licenza inSacra Scritturaal Pontificio Istituto Biblico. È docente di Sacra Scrittura eLingue Biblichepresso l’Istituto Teologico Marchigiano (aggregato alla Pontificia Università Lateranense). É autrice di vari articoli e traduzioni, nonché collaboratrice di diverse riviste specializzate e divulgative nel settore biblico. Tra le sue pubblicazioni più recenti segnaliamo: La casa. Spazio di tenerezza, misericordia e grazia, Ed. dell’Immacolata, Roma 2010; La stanza dell’amore. Amore, coppia e matrimonio nella Bibbia, Cittadella, Assisi 2009; Geremia, l’incendio e la speranza. La figura e il messaggio del profeta, EDB, Bologna 1999; Vostro giudice sarà la pace. Lectio divina testi di Isaia, Paoline, Milano 2006.

 

domenica 24 Giugno, ore 16

L’incontro con lo straniero nell’Antico Testamento

La Bibbia ebraica non presenta un immagine univoca dello “straniero”. Accanto a testi animati da preoccupazioni identitarie, per cui lo “straniero” è avvertito come una minaccia per l’integrità, etnica e religiosa,  del popolo di Dio (ad es. Deut 7, Gos 23, Esdra), ve ne sono altri in cui anche gli “stranieri” rientrano nella prospettiva universalistica di Yhwh. E’ su questi testi in particolare che ci vogliamo soffermare: l’incontro tra Abramo e Melchisedec (Gen 14) e poi con Abimelec (Gen 20); il rapporto di Mosè col suocero midianita (Es 2 e 18); Eliseo e Naaman, generale arameo (2 Re 5); Israele, l’Egitto e l’Assiria in Is 19; il tempio di Gerusalemme come “casa di preghiera per tutte le genti” (Is 56); la compassione di Dio per gli abitanti di Ninive (Giona). Ne emergono linee di forza del pensiero biblico, in cui si coniugano positivamente la peculiarità di Israele e l’orizzonte universale dell’azione di Dio.

Daniele Garrone Pastore valdese e dal 1988 professore ordinario di Antico Testamento alla Facoltà valdese di Teologia di Roma, di cui è stato preside dal 2003 al 2010. Tra le principali pubblicazioni segnaliamo: "Il Miserere. Salmo 51", Genova, Marietti 1992.
Coordinatori:
Prof. Natalino Valentini (direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli” di Rimini)
Prof. Marco Bellini (docente di Filosofia della Religione all’ISSR “A. Marvelli” di Rimini)

 

NATALINO VALENTINI

È direttore dell’ISSR “A. Marvelli” di Rimini, ove svolge corsi di Ecumenismo e Filosofia della religione e dirige l’Annale “Parola e Tempo”. Studioso di cultura filosofica e teologica russa del Novecento, si è dedicato soprattutto alla ricerca sul pensiero e l’opera di Pavel A. Florenskij, del quale ha curato numerose opere apparse in Italia con diversi editori (Rusconi, Bollati-Boringhieri, San Paolo, SE, Quodlibet,…). Tra le sue ultime pubblicazioni segnaliamo in particolare Volti dell’anima russa. Identità culturale e spirituale del Cristianesimo Slavo, Ed. Paoline, Milano 2012.

MARCO BELLINI

Laureato in Filosofia, è docente incaricato di Filosofia della Religione presso l’ISSR “A. Marvelli” di Rimini; oltre a insegnare Filosofia e Storia nelle scuole superiori della provincia di Rimini è giornalista pubblicista e traduttore dal francese per varie case editrici.