Festival del mondo antico

 
20/06/2013

ANTICO/PRESENTE-FESTIVAL DEL MONDO ANTICO XV 2013 - INAUGURAZIONE

Rimini - 21, 22, 23 giugno. STRADA FACENDO 2200 ANNI DI VIA EMILIA

 

Nel mese di giugno, da venerdì 21 a domenica 23, torna l’appuntamento con il Festival del Mondo Antico che quest’anno coinvolge, a fianco delle Istituzioni comunali da sempre promotrici dell’evento nato da un’idea di Marcello Di Bella (già direttore del Settore Cultura), l’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna e la Società Editrice Il Mulino spa che hanno condiviso la progettazione di questa edizione.

Pur confermando lo spirito poliedrico e dai molti interessi, il Festival 2013 è incentrato sulla Via Emilia, a 2200 anni dalla sua apertura, la via consolare che nasce nel 187 a.C. proprio a Rimini prendendo avvio dal Ponte sul Marecchia (l’antico Ariminus), per raggiungere il Nord attraverso la Pianura Padana. Il tema, declinato intorno alle parole “via”, “cammino”, “viaggio”, “strada”, apre ad approfondimenti non solo sulla via consolare e in generale sulla rete di comunicazione romana e preromana, ma anche sulla storia, l’archeologia, l’economia, l’antropologia, l’arte, la religione, la letteratura, l’enogastronomia… Le parole e i segni dell’antico si confrontano col presente lungo i fili della storia, nelle pieghe del territorio disegnato dalla via. Tre giorni di incontri, dialoghi, eventi, cinema, visite guidate, laboratori in compagnia di protagonisti della scena culturale.

Il tutto in un format rivisitato che privilegerà il dialogo e il confronto in incontri a più voci e momenti di spettacolo. Ad iniziare dal momento inaugurale del Festival (Museo della Città, Sala del Giudizio  venerdì 21 giugno, ore 17,30) che, introdotto da Massimo Pulini (assessore alla cultura del Comune di Rimini), Filippo Maria Gambari (soprintendente per i Beni archeologici dell’Emilia Romagna) e Angelo Varni (presidente dell’Istituto per i Beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna),  ha in serbo una lectio magistralis di apertura affidata a Maurizio Bettini (classicista e scrittore, Università di Siena) e alle letture da Ovidio di Ivano Marescotti, dal titolo Perdere se stessi: Ovidio e l’esperienza dell’Exilium.  Che cosa significava exilium per un Romano? Non solo l’abbandono forzato della propria terra, del proprio solum, ma anche l’esclusione dalle due sostanze che, nella cultura antica, più fanno comunità: l’acqua e il fuoco. Allora come oggi, però, esilio poteva significare anche altro, come mostra l’esperienza di Ovidio a Tomi, sul mar Nero: perdere la propria lingua, perdere se stessi

Il Festival offrirà inoltre l’occasione per visitare mostre fotografiche che verranno inaugurate sempre venerdì alle ore 19 presso l’Ala moderna del Museo della Città per restare aperte al pubblico fino al 28 luglio
In Al bordo della strada. Foto e grafie con immagini di Matteo Sauli e testi di Vittorio Ferorelli, “foto e grafie” nascono da un viaggio a due sulla Statale 9, la Via Emilia, un percorso che da ventidue secoli dà il nome a una regione ben definita, compresa tra un fiume, un mare e una schiera di montagne. Raccontano i volti e le cose che si incontrano al bordo di questa strada, ma anche quelli che si possono incontrare lungo i margini di una strada qualsiasi del mondo, se si ha ancora il tempo e il desiderio di guardare al di là degli stereotipi. “Foto e grafie”, perché, alla fine del proprio viaggio, l’autore delle immagini e l’autore dei testi hanno deciso che le loro scritture dovevano continuare a viaggiare sulla stessa carta. Unite in un unicum. Un racconto frammentario che evoca le sperimentazioni sul formato polaroid e le prove della narrative art, tentando nuove strade.
La mostra Tra la via Emilia e il West, di Paolo Simonazzi raccoglie scatti realizzati dal fotografo reggiano nell'arco di un decennio a documentare la pacifica penetrazione dell'iconografia americana nel paesaggio culturale e architettonico della via Emilia lungo tutto il suo percorso da Piacenza all’Adriatico. Accompagnato dalla musica di Bruce Springsteen e di Elvis Presley, e dal rombare inconfondibile della Harley, il mito del West si è cristallizzato ovunque nel mondo assurgendo a leggenda.Le inquadrature sono così “americane” da sembrare direttamente importate dall'America. Protagoniste sono stazioni di servizio, posti di ristoro e insegne al neon, motociclette americane e sagre di paese che restituiscono un'atmosfera granulosa, aspra, vissuta, apparentemente non distante da quella che s'incontra sulla Route 66, da lui immortalata in un viaggio.

Alle ore 20, presso il Club Nautico (Porto canale di Rimini), inaugura la mostra documentaria  La navigazione Antica in Adriatico, a cura di Stefano Medas, proposta all’interno del progetto europeo AdriaMuse, che resterà aperta fino al 4 luglio. Con la partecipazione  della Legio XIII Gemina-Rubico.
L’Adriatico è un mare dalle specifiche peculiarità geografiche e ambientali, che ne hanno determinato il ruolo storico nei secoli. La forma stretta e allungata ne ha fatto una naturale via di collegamento tra l’Europa continentale e il mondo mediterraneo, rivolta all’Egeo e alle regioni orientali.
Due coste relativamente vicine ma profondamente diverse per le caratteristiche fisiche lo definiscono in modo netto: a un litorale roccioso con profonde insenature sul versante orientale, costellato da una miriade di isole e isolette (una vera e propria “polinesia”) in cui trovavano facile rifugio gli scafi dei pirati, fa riscontro una costa lineare e sabbiosa, solcata da numerosi corsi fluviali, che già gli antichi non esitavano a definire povera di porti.
Condizioni ambientali che lo hanno reso un mare “minaccioso”, non facile da navigare, come ricordano le fonti storiche. I venti che oggi chiamiamo Bora, Levante e Scirocco, possono generare violente tempeste in grado di mettere in difficoltà anche i naviganti più esperti. Frequenti erano dunque in naufragi sulle coste rocciose dell’Illirico e lungo quelle che si estendevano dall’Apulia alla Venetia.
Una fitta rete di collegamenti di lungo corso in senso nord-sud e tra le due sponde in senso est-ovest ne hanno determinato l’evoluzione storica, coinvolgendo in una prima fase l’elemento locale, quindi aprendosi all’influenza greca e infine al dominio romano, che ha trovato i suoi principali riferimenti nei porti di Dyrrachium, Salonae, Pola, Aquileia, Altinum, Ravenna, Ariminum, Ancona e Brundisium.

Ad aprire la serie degli eventi serali di grande interesse e suggestione presso la Corte degli Agostianiani, sarà Valerio Massimo Manfredi che venerdì alle ore 21.30  racconterà La via Emilia prima della via Emilia.
L’archeologo e scrittore italiano di grande successo disegnerà il panorama del territorio in cui già prima della romanizzazione popoli e genti, sulle vie di scambi culturali, commerci e passaggi di truppe, nel corso dei secoli, avevano tracciato il percorso pedemontano di collegamento fra le valli appenniniche e la grande pianura del Po. Dunque una strada che precorre quella che sarà la scelta del console Emilio Lepido nel 187.a.C. , 2200 anni fa.

La prima giornata del Festival si conclude alle ore 24 alla Cineteca comunale con la proiezione de“La strada” nell’ambito di Fellinianno 2013.

L’ingresso alle iniziative è libero fino ad esaurimento posti.

Venerdì pomeriggio ha inizio anche Piccolo Mondo Antico festival con le proposte riservate a giovani e giovanissimi  (su prenotazione tel. 0541 704415 o 3292103329) e con il programma di visite guidate fra Museo, Domus del Chirurgo e  Città, nonché sotto le arcate del ponte di Tiberio,

I ragazzi potranno divertirsi e provarsi in tanti giochi e laboratori in cui esprimere manualità e creatività. Dalla pittura su vaso come gli antichi Greci, alla ricostruzione del modello della domus del Chirurgo, all’intreccio di cesti di vimini alla composizione di piccoli gioielli. Fra le proposte tornano le narrazioni animate ideate intorno al tema del viaggio e della via Emilia. L’appuntamento di venerdì alle 17,30 è con Nina e la strada magica. Una fiaba antica nella Rimini moderna in cui la protagonista Nina si ispira all’indimenticabile  Gelsomina de La strada di Federico Fellini.