Porta Galliana riscoperta
Venerdì 29 luglio ore 21,30 al Lapidario del Museo della Città, Annalisa Pozzi e Marcello Cartoceti relazioneranno su Porta Galliana riscoperta.
Antico/Presente. Festival del Mondo Antico è alle ultime battute con un incontro imperdibile per la storia urbana e monumentale di Rimini: Annalisa Pozzi, funzionaria della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e Marcello Cartoceti, archeologo e dirigente della società AdArte, faranno il punto delle diverse fasi di scavo con la restituzione alla città di Porta Galliana. L’intera area è stata oggetto di approfondite indagini archeologiche, partite nel luglio del 2017 e coordinate dalla Soprintendenza ed eseguite dalla società riminese adArte, grazie al contributo di Hera spa.
Porta Galliana è l'unica porta cittadina medievale assieme alla porta del Gattolo, visibile dall’interno di Castel Sismondo, ancora integra. A lungo interrata per oltre tre metri rispetto al livello stradale è oggi finalmente valorizzata e fruibile.
Ha sempre avuto sin dalle sue origini nel XIII secolo un ruolo difensivo e strategico di collegamento della città con la zona del porto lungo il fiume Marecchia.
Dal bassorilievo di Agostino di Duccio nella cappella dei segni zodiacali nel Tempio Malatestiano, si può intuire come si presentasse la porta nel Quattrocento. Iniziata da Carlo Malatesta fu restaurata dal signore di Rimini, Sigismondo Pandolfo Malatesta (1417-1468): lo testimonia il ritrovamento durante lavori di scavo agli inizi del ‘900 di un deposito di medaglie malatestiane impiegate dallo stesso Sigismondo per indicare le opere da lui realizzate o ristrutturate.
Nel XVI secolo la porta fu chiusa e sostituita con un torrione che nel Settecento risulta essere chiamato “Torrione dei Cavalieri”.
Sono visibili tanti segni del tempo, ad esempio, le tracce della saracinesca ed i cardini dei portoni di chiusura, i vari usi antichi del sito ed altri più moderni come porzioni della pavimentazione del lavatoiopubblico di San Domenico dei primi anni del ‘900. Sono presenti due “bocche da fuoco” per l’uso di quelle “armi moderne” che caratterizzarono la tipologia difensiva delle mura e del castello “alla moderna” su specifica volontà di Sigismondo.
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti