Maria Giuseppina Muzzarelli – "Come limitare i lussi e mantenere il consenso. Una testimonianza dal medioevo "

Conferenze

Come limitare i lussi e mantenere il consenso. Una testimonianza dal medioevo 

Maria Giuseppina Muzzarelli

Introduce Antonella Sambri

Torna a raccontarci di temi medievali riferiti al consenso nella produzione e consumo di beni voluttuari Maria Giuseppina Muzzarelli, venerdì 15 luglio, alle ore 21,30 nel Giardino del Lapidario del Museo della Città per il quarto incontro in calendario del Festival Antico/Presente.

Vanità, abiti, accessori, status symbol e potere vanno a braccetto da sempre, si converrà.

La conversazione sarà incentrata sul mantenimento del consenso e l’uso strategico dell’abbigliamento, ma anche sulla diversificazione del guardaroba tra le varie classi sociali. Soprattutto si parlerà dei lussi e del loro contenimento con l’emanazione di leggi mirate al fine di regolarne gli eccessi.

Il periodo indagato corre dall’ultimo medioevo alla prima Età moderna, indicativamente dal XIII alla fine del XVI secolo. Sono state proprio le città comunali a promulgare sistematicamente a partire dal secondo Duecento norme che limitavano sprechi ed esibizioni non commisurate a condizione sociale, età, capacità economica, appartenenza religiosa ed altro ancora.

Non si esitò a legiferare perfino circa il numero e il peso dei bottoni! Le norme non si limitavano a proibire o limitare l’uso di materiali particolarmente preziosi ma intendevano anche far corrispondere alla categoria di appartenenza numero e tipologia di oggetti ma anche larghezza e lunghezza di maniche o abiti.

Dunque non si trattava tanto di porre un argine a spese eccessive o ad ostentazioni smodate, bensì di contenere consumi inappropriati non consoni alla posizione sociale occupata. Il rischio temuto era la confusione sociale, l’indistinguibilità, vale a dire qualsiasi attentato alla gerarchia e alla società posizionale. Praticamente gli statuti cittadini emanati in tutte le città grandi o piccole d’Italia (ma il fenomeno non ha riguardato solo l’Italia) stabilivano chi poteva mettersi e cosa.

La diffusione del fenomeno fu globale per l’Europa del tempo, praticamente in tutte le città grandi e piccole d’Italia ma anche di Germania, Inghilterra, Paesi Bassi, Portogallo e così via. I legislatori non si occuparono solo di abiti, gioielli o pellicce ma anche di cerimonie e di banchetti e di funerali il cui fasto doveva, a seconda, essere contenuto. Anche le feste per il cavalierato e ovviamente i matrimoni erano disciplinati circa il numero degli invitati e i doni che si potevano fare. Le città comunali che normarono ogni aspetto o quasi della vita dei “concives” vollero valersi anche di strumenti per la regolamentazione dei consumi, in qualche modo per premiare o marginalizzare, in altre parole per governare. Un esempio? la normativa emanata a Bologna nel 1401: non si potevano portare gemme e pietre preziose; sul capo erano concesse al massimo tre once d’argento o d’oro misto o meno con seta o altro materiale non proibito.

Nell’edizione passata del Festival Antico Presente del 2021 la prof.ssa Maria Giuseppina Muzzarelli, docente anche di Storia della città all'Università di Bologna aveva lanciato una provocazione ‘iconografica’ riferita all’immagine simbolo della città di Rimini, cioè il ponte di Augusto e Tiberio accostato al più moderno grattacielo ‘cresciuto’ nel 1960. Quale altra ironica indicazione ci suggerirà per questi nostri tempi di social media? Dove la popolarità delle piattaforme social ha rapidamente e radicalmente modificato non solo il modo di comunicare e approcciarsi, ma anche quello di pensare e vivere fino a modulare abitudini e comportamenti.

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Maria Giuseppina Muzzarelli insegna Storia medievale, Storia delle città e Storia e patrimonio culturale della moda nell’Università di Bologna

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti

Quando: 
Indirizzo: 
Lapidario Museo della Città
Via Luigi Tonini 147921 Rimini , RN