Il dialogo di Giobbe con Dio
Il grande problema del libro di Giobbe non è tanto quello del dolore, quanto piuttosto il problema di Dio. Come poter credere in un Dio giusto e buono, nel mezzo di un dolore di cui non si riesce a comprendere la ragione? Nei capitoli finali del libro (Giobbe 38-42) Dio interviene direttamente nel testo, ma a prima vista sembra che la sua risposta spiazzi le attese di tutti: le attese degli amici che lo difendevano dando torto a Giobbe, di Giobbe stesso, degli ascoltatori del libro. Dio, infatti, mette in campo la creazione per rispondere alle questioni di Giobbe: è dunque, quella di Dio, una vera risposta? E quale volto di Dio si svela alla fine nel libro? E Giobbe, il protagonista sofferente e ribelle, è alla fine convinto dalla risposta divina? Come sempre accade con Giobbe, le domande sono ben più importanti delle possibili risposte.
Presenta Natalino Valentini
Visita guidata alla scoperta dei "tesori" della Sezione archeologica del Museo
Per ragazzi da 8 anni
Partecipazione gratuita
Visita guidata
Ingresso 3,00 €, per informazioni e prenotazioni: MUSAS tel. 0541 625212
Visita guidata alla scoperta dei "tesori" della Sezione Archeologica del Museo.
È richiesta prenotazione telefonica (tel. 0541 704421-26; nei giorni del Festival tel. 0541 21482)
Cassiodoro il Grande, Roma i barbari e il monachesimo, Jaca Book, 2010
Un grande protagonista della storia cristiana, italica e mediterranea tra antichità e medioevo; un fondatore della cultura medievale e uno dei "padri storici", insieme con Benedetto da Norcia, del monachesimo occidentale. Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore (490 ca.-583 ca.) ha attraversato con la sua lunga vita l'intero secolo VI. Politico e funzionario alla corte di Teodorico, profondamente impegnato nel lavoro di pubblico amministratore, Cassiodoro fu amareggiato, ma non si lasciò travolgere dal fallimento dell'esperienza di governo gota e dalle tristi vicende della guerra che seguì e che siamo abituati a chiamare "greco-gotica". La sua esperienza di governo e la sua saggezza di consigliere dei potenti sono conservate nella celebre raccolta che lo ha immortalato, le Variae, edita nel 537. Il centro monastico da lui fondato, il Vivarium presso la natia Squillace, resta, insieme con Montecassino, faro e modello della cultura dalla quale è sorto il medioevo latino, quindi l'Europa.
Visita guidata alla scoperta dei "tesori" della Sezione Archeologica del Museo.
È richiesta prenotazione telefonica (tel. 0541 704421-26; nei giorni del Festival tel. 0541 21482)
Egitto, fine XIX secolo: un villaggio di pastori sopravvive profanando le mummie di antichi faraoni. Sarà Wannis, l'ultimo erede della tribù, a porre fine a questo saccheggio, rivelando al capo di una spedizione di archeologi il luogo segreto dove sono custoditi i sarcofagi.
Copia restaurata dalla Cineteca di Bologna per la World Cinema Foundation
Nel laboratorio di un artigiano che realizza maschere per il teatro, i ragazzi sono condotti alla scoperta della tradizione teatrale romana. Bucco il fanfarone, Maccus il ghiottone malandrino, Dossennus il gobbo astuto malvagio e Pappus il vecchio sciocco,quale maschera vogliamo portare in scena? Con gli strumenti dell’artigiano si decora una maschera come quelle romane per poi metterla in scena in uno spettacolo comico.
A cura di Elisa Brighi con la collaborazione di Evelina Garoni
Per ragazzi da 8 a 11 anni
Sono richiesti prenotazione telefonica (tel. 0541 704421-26; nei giorni del Festival tel. 0541 21482) e pagamento di una quota di partecipazione (3,00 €)
Dopo l’illustrazione degli usi del banchetto romano e delle abitudini alimentari dell’epoca i ragazzi vestono i panni dei protagonisti entrando nel ruolo del dominus, degli invitati, dei servi, dei ballerini e dei giocolieri. È anche l’occasione per giocare con le antiche ricette, fra curiosità e divertimento. A conclusione uno ‘spuntino romano’.
A cura di Rita Bambini
Per ragazzi da 8 a 12 anni
Sono richiesti prenotazione telefonica (tel. 0541 704421-26; nei giorni del Festival tel. 0541 21482) e pagamento di una quota di partecipazione (3,00 €)
Normalità e follia rappresentano due diversi modi di stare al mondo. Tra esse è arduo instaurare un dialogo. Follia è l’essere scissi. È la perdita della propria identità. Ma è anche un accrescimento nel suo aprirsi verso un mondo oscuro, arcaico e onirico. L’io si forma per separazione, poiché esiste laddove si distingue da qualcos’altro. L’io unitario è conseguenza di un processo di educazione e di auto-educazione. L’animale si adatta biologicamente all’ambiente, l’uomo psicologicamente. La follia è un non-senso. Denominarla malattia mentale, così come accostarla ad altri fenomeni come il misticismo e la creatività, sono solo modi per cercare di fare luce nell’oscurità. Non occorre spiegare la follia. Talvolta può essere seducente tentare di comprenderla. Si profila un viaggio che, partendo dal passato, giunge all’occidente contemporaneo fino alla cultura buddhista tibetana.
Interventi di Chiara Bellini e Donato Piegari
Musiche originali di Andrea Felli
Installazione video di Daniele Quadrelli
Voce narrante Dany Greggio